MIGLIO DELLA MEMORIA PER NAPOLI 2500, "MISCHIAMO LE CARTE"

Fino a dicembre 2025 archivi e biblioteche si aprono alla città
Da luglio a dicembre 2025, nell’ambito delle celebrazioni per Napoli 2500, prende il via “Mischiamo le Carte”: un viaggio nel cuore documentario della città.
Il progetto vede la collaborazione tra il Comune di Napoli, Napoli 2500 e il Polo del Miglio della Memoria.
“Mischiamo le Carte”, curato dalla Soprintendenza Archivistica e bibliografica della Campania diretta da Gabriele Capone e dalla Direttrice Artistica di Napoli 2500 Laura Valente, coinvolge 13 istituti culturali tra archivi,
biblioteche e fondazioni, che apriranno le proprie sedi al pubblico fino al 31 dicembre 2025.
Ognuno di essi esporrà, talvolta per la prima volta, un documento o un volume particolarmente significativo della storia di Napoli, selezionato dal proprio patrimonio archivistico o bibliografico.
Dal XIV al XX secolo, “Mischiamo le Carte” accompagna i visitatori in un viaggio attraverso i secoli e le straordinarie ricchezze culturali della città.
A partecipare sono le istituzioni aderenti al Miglio della Memoria – il protocollo d’intesa firmato dalla Soprintendenza con 18 enti culturali del centro antico e con il sostegno del Comune – che costituiscono un sistema culturale volto alla valorizzazione del patrimonio archivistico e bibliotecario custodito nell’area delimitata dai tre decumani.
Un progetto pensato per rafforzare l’identità storica di Napoli attraverso la rete dei suoi luoghi della memoria, concentrati in appena un miglio quadrato.
L’itinerario si snoda lungo il tracciato dell’antica Neapolis, unendo luoghi solitamente inaccessibili a prospettive inedite sulla storia cittadina.
Le aperture e le visite saranno gestite dal personale di ogni istituto.
Codici miniati, mappe antiche, partiture originali, lettere dalla guerra e dalla deportazione, registri contabili del Quattrocento, testi teatrali popolari, trattati sull’Inquisizione, documenti scientifici pionieristici: sono solo alcuni dei tesori custoditi per secoli e oggi restituiti al pubblico attraverso visite guidate performative, spettacoli, concerti e percorsi tematici.
Tra i gioielli esposti, spicca il più antico manoscritto partenopeo della Commedia di Dante, miniato e annotato con glosse in volgare napoletano, risalente alla metà del XIV secolo e conservato presso la Biblioteca dei Girolamini.
Alla Fondazione Biblioteca Benedetto Croce sarà invece visibile la Pianta della città di Napoli del 1566, mentre il Conservatorio di San Pietro a Majella espone il Quartetto in mi minore di Giuseppe Verdi, l’unico quartetto da camera del compositore, autografo e recante la scritta “saldato!”, a testimonianza del suo dono all’istituzione.

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