“CONFERIRE LA CITTADINANZA ONORARIA A FRANCESCA ALBANESE SIGNIFICA STARE DALLA PARTE DELL’UMANITÀ”

Il Consiglio comunale di Napoli ha approvato l’ordine del giorno presentato dal consigliere comunale di Sinistra Italiana Rosario Andreozzi per il conferimento della cittadinanza onoraria a Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani nei Territori Palestinesi occupati. «In un contesto internazionale in cui le democrazie occidentali finanziano l’oppressione e la pulizia etnica in nome della “sicurezza”, e in cui l’industria bellica detta l’agenda politica globale – dichiara Andreozzi – scegliere di stare al fianco della Palestina non è né scontato né facile. Chi, come Francesca Albanese, denuncia il genocidio in corso a Gaza, smaschera l’apartheid israeliano e rifiuta la narrazione dominante che criminalizza la resistenza e legittima l’occupazione, si assume una responsabilità profonda». «Francesca Albanese – prosegue il consigliere – non è semplicemente una funzionaria delle Nazioni Unite: è una giurista che ha scelto di non piegarsi alla logica dell’equilibrismo codardo, ma di stare dalla parte del diritto dei popoli oppressi. Ha deciso di chiamare le cose col loro nome, di usare il proprio ruolo istituzionale per rompere il silenzio che consente l’annientamento di un intero popolo. Le sue analisi sono ineccepibili sul piano giuridico, e il suo coraggio intellettuale è raro, soprattutto in un contesto internazionale in cui la difesa dei diritti umani è spesso subordinata agli interessi geopolitici delle potenze dominanti». «Albanese è sotto attacco non perché mente, ma perché dice la verità. È sanzionata, delegittimata, censurata e minacciata perché svela le contraddizioni e l’ipocrisia della comunità internazionale. Napoli, città antifascista, operaia, partigiana, solidale, sceglie oggi di schierarsi al suo fianco, non per idealismo ma per coerenza. Conferirle la cittadinanza onoraria è un atto politico chiaro e necessario: significa affermare che la verità non si può mettere al bando, che il popolo palestinese ha diritto alla vita, alla terra, alla resistenza. Significa rifiutare il ricatto morale che vuole dipingere ogni forma di solidarietà alla Palestina come antisemitismo, mentre sotto i nostri occhi si consuma l’annientamento sistematico di una popolazione. Significa denunciare le complicità di chi arma, finanzia e legittima questa oppressione. Napoli ha fatto una scelta netta, dimostrando che è possibile, anche dalle istituzioni, esprimere una solidarietà concreta e radicale. Stare con Francesca Albanese oggi significa stare dalla parte della Palestina. E stare con la Palestina è, oggi più che mai, l’unico modo per stare dalla parte dell’umanità.»