PARCO NAZIONALE DEL CILENTO, VALLO DI DIANO E ALBURNI: TRENT’ANNI DALLA SUA ISTITUZIONE

Nel 1995 nasceva il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, uno dei più estesi e significativi d’Italia, riconosciuto oggi come patrimonio di biodiversità, cultura e coesione territoriale. A trent’anni dalla sua istituzione, il Parco si conferma non solo come area protetta, ma come modello di gestione integrata tra uomo e natura, tra conservazione e sviluppo. Per celebrare questo importante traguardo, si è tenuta nei giorni scorsi una giornata di riflessione presso l’Università degli Studi di Salerno, promossa dall’Osservatorio sui Parchi e le Aree Protette del Mezzogiorno del Difarma con il patrocinio del MASE.
Un incontro che ha evidenziato quanto in questi trent’anni il Parco sia cresciuto non solo in visibilità e riconoscimenti, ma soprattutto in condivisione sociale e consapevolezza territoriale. Se nei primi anni l’istituzione del Parco fu accolta con timore e scetticismo da molte comunità locali, oggi il contesto è completamente cambiato.
«C’è stato un cambio di paradigma profondo – ha dichiarato Romano Gregorio, direttore dell’Ente Parco –. Trent’anni fa parlavamo di vincoli, oggi parliamo di potenzialità. Il Parco è stato capace di educare il territorio a una nuova visione, dove la natura non è un ostacolo, ma una risorsa». Una visione ribadita anche dal presidente dell’Ente, Giuseppe Coccorullo, che ha sottolineato: «Il Parco non è solo conservazione, è un’esperienza educativa quotidiana. Non vogliamo celebrare solo il passato, ma costruire insieme il futuro del Parco. Trent’anni di lavoro ci hanno insegnato che le aree protette non sono musei statici, ma luoghi dinamici di educazione, sperimentazione e rinascita».
Per segnare simbolicamente questo trentennale, l’Ente ha annunciato una manifestazione a settembre, alla quale saranno invitati i sindaci dei comuni del Parco, con l’obiettivo di tracciare un report condiviso di questo percorso e lanciare nuove prospettive per il futuro. «Il bilancio di questi trent’anni parla chiaro: la sfida del legislatore è stata vinta. – evidenzia l’Ente – Il Parco ha dimostrato che la natura può convivere con l’uomo, e che l’uomo, attraverso la natura, può riscoprire la propria identità più autentica».

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