NAPOLI: ARBITRATO, PRESENTATO IN CAMERA DI COMMERCIO DI NAPOLI STUDIO DELLA "BOCCONI" SU ESPERIENZA DI MILANO

L’arbitrato della Camera Arbitrale di Milano (CAM) è più rapido e può risultare più conveniente di una causa civile ordinaria. Sfatato, dunque, il pregiudizio che vede l’arbitrato come uno strumento di risoluzione delle controversie “per ricchi”. A dirlo è una ricerca della SDA Bocconi, che ha analizzato 345 procedimenti arbitrali depositati in CAM nel triennio 2019-2021, ne ha incrociato i dati con quelli di tre indagini condotte attraverso questionari a cui hanno risposto circa 250 tra avvocati, CTU (Consulenti tecnici d’ufficio) e legali di imprese e, infine, ha sviluppato una comparazione dei due procedimenti (arbitrale e causa civile), basato sul concetto del “valore finanziario” del tempo.
La ricerca dal titolo “Arbitrato e giustizia ordinaria: convenienza economica comparata” è stata presentata agli imprenditori e ai professionisti di Napoli, in occasione dell’evento: “Arbitrato, quanto mi costi?”, organizzato dalla Camera di commercio di Napoli e dalla Camera Arbitrale di Milano. In questo incontro si è discusso dei vantaggi dell’arbitrato, strumento di risoluzione alternativa delle controversie, insieme a docenti di diritto ed economia, esperti di arbitrato e professionisti, come avvocati, commercialisti e notai.
Dopo i saluti di apertura del Presidente della Camera di commercio di Napoli Ciro Fiola, i lavori sono proseguiti con le introduzioni del Segretario Generale della Camera di commercio di Napoli Ilaria Desiderio, del Segretario Generale della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi Elena Vasco e del Direttore Generale della Camera Arbitrale di Milano Stefano Azzali.
“L’istituto dell’arbitrato a Napoli vanta un’antichissima tradizione, risalente al 1886 quando venne istituita la prima camera arbitrale dalla camera di Commercio ed arti di Napoli - ha detto il presidente Fiola -. All’epoca aveva il compito di risolvere le controversie tra i compratori di cereali, semi e liquidi. In quest’ottica, da quando ci siamo insediati, abbiamo inteso accogliere la domanda di giustizia che viene dalle imprese e dai consumatori garantendo qualità, rapidità ed economicità nella gestione delle liti civili. Per questo motivo, dopo aver nominato gli 11 membri della corte scelti tra autorevoli esponenti del mondo della magistratura e degli ordini professionali, stiamo promuovendo con il massimo sforzo possibile il ricorso all’arbitrato per cogliere le esigenze delle imprese e dei consumatori e dialogare con soggetti pubblici ed enti di ricerca. A ciò si aggiunga anche l’impegno e l’attenzione nei confronti di temi fondamentali quali la conciliazione e, in ultimo, quello della composizione negoziata, anche attraverso la gestione di un’apposita piattaforma telematica nazionale”.
“Il tema è che in un mondo che corre così velocemente, interconnesso e globale, la giustizia ordinaria civile con i suoi orpelli burocratici ed i suoi lenti tempi procedurali non si concilia con la diffusa esigenza di celerità nella risoluzione delle dispute legali – ha aggiunto Ilaria Desiderio -. Celerità che, invece, lo strumento dell’arbitrato mediamente assicura, oltretutto con costi certi e predefiniti, ed un risultato finale – il lodo – che, non essendo appellabile ma impugnabile per Cassazione, assume sostanzialmente la funzione di una sentenza di secondo grado che, tendenzialmente, garantisce la stabilità della decisione. Celerità di definizione che, come rilevato dalla ricerca della SDA BOCCONI, si coniuga con il “valore finanziario del tempo”. In finanza aziendale si studia il valore temporale del denaro ed i manager assumono le loro decisioni anche attraverso questa analisi del valore temporale del denaro. Semplicemente si afferma che un euro ricevuto oggi vale più di un euro ricevuto in futuro grazie alla potenziale capacità di reinvestimento di quanto percepito in progetti alternativi redditizi. All’evidenza empirica ricevere un risarcimento entro un anno dall’avvio dell’arbitrato, o quanto meno vedere affermato il diritto a riceverlo, non è evidentemente per una azienda la stessa cosa di vedere acclarato quello stesso diritto dopo 4, 5, 6 e più anni di causa civile. Vi snocciolo qualche dato statistico pubblicato dal Ministero della Giustizia su tempi dei procedimenti giudiziari nei quattro Tribunali del distretto della Camera di Commercio partenopea ed in Corte di Appello. Dati che plasticamente rendono evidente la convenienza del ricorso all’arbitrato facendo adeguatamente riflettere sul “valore finanziario del tempo”. Nel 2024 il Tribunale di Napoli ha definito in primo grado 18.876 cause civili, durata media 1.101 giorni, cioè 3 anni; il Tribunale di Napoli Nord ha registrato una durata media di 2 anni 2 mesi; il Tribunale di Nola una durata media di 4 anni e sette mesi; il Tribunale di Torre Annunziata una durata media di due 2 anni e sette mesi. Sempre nel 2024 la Corte di Appello di Napoli ha definito 5.972 liti civili ordinarie, durata media 1.392 giorni, cioè 3 anni e 9 mesi. In sintesi, all’ombra del Vesuvio per vedere pubblicata una sentenza di secondo grado occorrono mediamente da 5 anni ed 11 mesi a ben 8 anni e 5 mesi. La durata media di un arbitrato presso la nostra Camera è meno di 1 anno. Non c’è partita con la giustizia statale. Ed, anzi, l’arbitrato diventa lo strumento per metterci al passo con i tempi della giustizia civile e commerciale delle maggiori economie europee. Dunque, il ricorso all’arbitrato deve essere senz’altro pubblicizzato e incentivato presso avvocati e giuristi d’impresa, soprattutto per quelle liti che richiedono una solida competenza specifica del “giudice privato” rispetto alle competenze generaliste del “giudice togato” ovvero per quelle liti dove si intende conseguire un risultato utile in tempi ragionevoli”.
La presentazione della ricerca sull’arbitrato è stata affidata al professor Alberto Grando, Ordinario dell’Università Bocconi e SDA Bocconi-School of Management e coordinatore del gruppo di ricerca. I professionisti del territorio, in una tavola rotonda moderata da Pier Paolo Petino, addetto stampa della Camera di commercio di Napoli, si sono confrontati sull’opportunità e la convenienza dello strumento arbitrale per le imprese. Hanno preso parte all’incontro: Dino Falconio, notaio e componente della Corte Arbitrale della Camera di commercio di Napoli; Alessandra Sardu, presidente della Camera Arbitrale dell’Ordine degli Avvocati di Napoli; Enrico Giliberti, Avvocato ed ex Presidente del Consiglio Arbitrale della Camera Arbitrale di Milano; Vincenzo Moretta, Presidente Fondazione ODCEC Napoli; Roberto Vona, Professore ordinario Università degli Studi di Napoli Federico II; Fausto Zuccarelli, Presidente della Corte Arbitrale della Camera Arbitrale della Camera di commercio di Napoli.

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