APPROVATO IL PIANO STRATEGICO PER I BENI CONFISCATI DELLA REGIONE CAMPANIA 2022-2024
Con la Deliberazione di Giunta regionale n. 366 del 7 luglio 2022, dopo i passaggi nelle competenti commissioni del Consiglio regionale, è stato approvato il Piano strategico per i beni confiscati della Regione Campania 2022-2024, lo strumento di programmazione delle politiche regionali inerenti ai patrimoni sottratti ai clan previsto dalla legge regionale 16 aprile 2012, n. 7. In linea di continuità con la prima programmazione triennale 2019-2021, come indicato dall’Osservatorio regionale sui beni confiscati, il Piano individua obiettivi e azioni finalizzati a realizzare uno sviluppo sostenibile e inclusivo dei territori regionali attraverso il riutilizzo dei patrimoni tolti alla camorra.
Con il Piano strategico per i beni confiscati della Regione Campania 2022-2024 si punta prioritariamente a sostenere:
a) progetti finalizzati a un riutilizzo istituzionale e sociale capace di
rispondere alle specifiche esigenze dei diversi territori e al
miglioramento dei servizi pubblici offerti alla cittadinanza, e,
in particolare, volti a tutelare e valorizzare i diritti e a rispondere
alle necessità e ai bisogni delle fasce della popolazione a
maggiore rischio di emarginazione ed esclusione sociale;
b) progetti finalizzati a un riutilizzo produttivo, sostenibile e
inclusivo, capace di garantire il reinserimento socio-lavorativo dei
soggetti cd. svantaggiati, anche rafforzando le filiere produttive e
commerciali di beni e servizi realizzati grazie al riutilizzo dei
patrimoni confiscati, incentivando la nascita di nuove imprese
sociali e start up, lo sviluppo di forme di economia sociale e, nel
caso dei terreni, azioni di agricoltura sociale e conversione al
biologico e piani colturali in linea con la vocazione agricola dei
territori e con i settori di eccellenza della produzione
agroalimentare regionale;
c) azioni e interventi che contribuiscano ai macro-obiettivi della
transizione ecologica e comunque
valorizzino i principi propri della sostenibilità ambientale;
d) forme di sinergia e di collaborazione istituzionale tra i diversi
soggetti istituzionali, sociali, economici, educativi, coinvolti, a
vario titolo, nella gestione e valorizzazione dei beni confiscati;
e) azioni e interventi di formazione e qualificazione delle
competenze necessarie per la governance del patrimonio s
sottratto alla criminalità organizzata, rivolte ai comuni al cui
patrimonio indisponibile sono trasferiti beni confiscati, tra l’altro
favorendo la trasparenza dell’azione amministrativa, (innanzitutto
per quanto concerne la pubblicazione dei dati inerenti
al patrimonio confiscato presente sul territorio comunale),
incentivando forme di co-programmazione e co-progettazione
per la definizione di specifici “profili di comunità” che
individuino vocazioni, eccellenze, necessità e bisogni dei singoli
territori;
f) azioni e interventi di formazione e qualificazione delle
competenze necessarie per la governance del patrimonio
sottratto alla criminalità organizzata, rivolte agli enti gestori di
beni confiscati, concernente, tra l’altro, anche i diversi settori
correlati alla gestione dei beni;
g) azioni e interventi di sensibilizzazione e animazione territoriale
nonché di comunicazione istituzionale inerenti ai beni confiscati,
puntando anche a incentivare la partecipazione alle attività e le
azioni di monitoraggio civico delle progettualità sviluppate sui
beni confiscati;
h) azioni e gli interventi volti a favorire la re-immissione nel
mercato legale delle aziende sequestrate e confiscate,
garantendone, dove possibile, la continuità dell’attività
produttiva e i livelli occupazionali