LA NAPOLI DI FERRANTE E LA FEDELTÀ DI CAVA RIVIVONO A CASTEL NUOVO

Presentato in Sala Giunta lo spettacolo “La Pergamena Bianca” che sarà rappresentato il 4 settembre
Il 4 settembre 1460 è la data che sugella il patto di fedeltà tra la città di Cava e Ferrante d’Aragona.
Il prossimo 4 settembre, Castel Nuovo sarà lo scenario suggestivo della ricostruzione teatralizzata della resistenza all’assedio angioino della cittadina rimasta fedele agli aragonesi e delle concessioni che il re di Napoli fece al popolo cavese. L’allestimento dello spettacolo “La Pergamena Bianca - Alla corte di Re Ferrante” è stato presentato questa mattina in Sala Giunta dall’assessora al Turismo e alle Attività Produttive, Teresa Armato, e dal regista Andrea Carraro. Con loro, gli Sbandieratori Città de la Cava, il gruppo guidato dal presidente Felice Abate che da venti anni cura la rappresentazione scenica.
L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Napoli ed è ad ingresso gratuito.
Lo spettacolo rievoca una delle pagine più sanguinose ed eroiche dello scontro tra angioini e aragonesi, seguito all’ascesa di Ferrante al trono di Napoli. La pergamena, con sigilli e firma del Re, fu consegnata in bianco, lasciando alla città di Cava la possibilità di scrivere ogni tipo di privilegio che sarebbe stato concesso dal sovrano in segno di gratitudine.
“Questo evento ci riporta alla Napoli aragonese, una Napoli che già al tempo aveva una grande vivacità ed era una delle capitali dell’Europa – ha affermato l’assessora Armato –. Come tutti gli spettacoli promossi dal Comune, è ad ingresso gratuito e lo offriamo molto volontieri ai nostri concittadini e ai turisti perché mette insieme l’arte, la cultura e la storia. Ad arricchire la rappresentazione saranno gli sbandieratori di Cava che quest’anno sono stati invitati anche all’Expo di Osaka come testimonianza delle nostre tradizioni”.
“Cava – ha ricordato il regista Carraro – ottenne la pergamena bianca per la sua fedeltà al re Ferrante e venne a ritirarla al Maschio Angioino, che in quel momento era il centro del potere degli aragonesi. Da quel fatto storico, Cava ricavò un gran benessere perché ebbe per duecento anni l’esenzione dai dazi e il suo commercio fiorì in tutta Europa. Questo anche grazie all’astuzia dei cavesi che chiesero e ottennero le agevolazioni, ma non restituirono mai la pergamena che è conservata tuttora a Cava”.
“Dal 1969, con le nostre bandiere e i nostri costumi, portiamo in giro per il mondo la storia della Pergamena bianca che è la storia della città di Cava. Da venti anni – ha sottolineato il presidente Abate – raccontiamo questa storia anche attraverso una rappresentazione teatrale. Oggi siamo particolarmente orgogliosi perché possiamo dire che, dopo 565 anni, ritorniamo al Maschio Angioino”.