ORGOGLIO IRPINO: DUE PERLE BIANCHE TRA I “RARI” DELLA GUIDA VINI D’ITALIA

L’Irpinia torna a far parlare di sé nel panorama enologico nazionale, confermandosi terra di eccellenze e di profondi legami con il territorio. Nella nuova edizione della prestigiosa Guida Vini d’Italia di Gambero Rosso, due vini bianchi della provincia di Avellino entrano nella selezionatissima “Carta dei Vini Rari”, una sezione dedicata alle etichette più esclusive, identitarie e difficilmente reperibili, veri e propri gioielli per appassionati e collezionisti.
A essere premiati sono Tufo Contrada Epitaffio Riserva 2023 di Macchie Santa Maria, un greco di Tufo di grande struttura e profondità, espressione autentica di uno dei cru più vocati della denominazione, e il 33/33/33 di Vallisassoli, un bianco fuori dagli schemi che unisce in parti uguali Fiano, Greco e Falanghina, raccontando in un unico sorso la sintesi dell’Irpinia bianchista.
Entrambe le etichette, selezionate tra centinaia di proposte, si sono distinte per originalità, finezza e coerenza territoriale. In particolare, Contrada Epitaffio Riserva 2023 di Macchie Santa Maria si conferma come uno dei riferimenti qualitativi per il Greco di Tufo, grazie a un lavoro attento in vigna e a una vinificazione rispettosa della materia prima. Il vino esprime al naso una complessità aromatica che spazia dagli agrumi maturi alla pietra focaia, mentre al palato regala tensione, sapidità e una notevole persistenza.
Il 33/33/33 di Vallisassoli, invece, è un’interpretazione contemporanea della tradizione irpina: un blend in parti uguali dei tre vitigni simbolo della zona, vinificati separatamente e poi uniti per creare un equilibrio sorprendente. Il risultato è un vino elegante, dinamico e profondo, capace di evolvere nel tempo e di raccontare una nuova via per i bianchi campani.
La presenza di queste due etichette nella “Carta dei Vini Rari” rappresenta un riconoscimento importante per l’intero territorio irpino, che continua a investire sulla qualità e sulla valorizzazione delle sue unicità. Un segnale forte, che conferma l’Irpinia tra le aree, più vive e promettenti del vino italiano.